“Quando ero bambina giocavo insieme a mio fratello con soldatini, biglie e dinosauri” (Elisa Carovilla).
“Il ritorno da scuola e il pranzo nella sala ristorante dei miei genitori. Le figurine Panini, il Subbuteo e una raccolta di vinili brasiliani di bossa nova…” (Andrej Mussa).
I soldatini di plastica: “Avendoci giocato da bambino sono rimasto subito colpito dalla forte contraddizione all’interno di questa piccola figura, questo mi ha spinto a riusarla per le mie opere d’arte” (Paolo Ceribelli).
Sono osservazioni di tre degli artisti che hanno partecipato alla mostra The Game, organizzata dalla curatrice Silvia Franceschi e allestita in due gallerie milanesi vicine e sodali, Spazio Blue Train e The Kitchen Art Gallery, che dal 2021 realizzano esposizioni, eventi, laboratori in collaborazione creativa.
Sono osservazioni – fra altre che si potrebbero citare – che confermano quanto la pratica dei giochi d’infanzia si affacci nei processi creativi adulti, indirizzando la selezione di memorie, il riuso di oggetti, la rievocazione di spazi d’azione e di gesti.
Durata poco più di un mese (marzo-aprile 2024) e ben documentata anche dalle pagine Instagram delle due gallerie, The Game offre una vivace varietà di opere connesse col tema immenso del gioco e delle sue regole.
Il rapporto con l’oggetto giocattolo è centrale nelle opere di Elisa Carovilla, autrice della serie intitolata “Nonpiatti”, in cui l’artista – che è anche restauratrice – recupera vecchi piatti e vassoi e li combina con figurine di plastica (quelle di cui parla nella citazione iniziale). Gli incontri, sul filo del kitsch, fra decori floreali e dinosauri, arricchiti di giochi di parole nei titoli, hanno per lei lo scopo di riqualificare gli scarti, dando loro “un’anima ludica e artistica” che possa trovare posto negli interni contemporanei.
Per Paolo Ceribelli, i soldatini in miniatura che simulano la guerra nella fantasia mimetica dei bambini, diventano le unità costruttive di atlanti e diagrammi dalle limpide geometrie che solo a distanza ravvicinata rivelano i loro componenti.
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Gli album di figurine da completare sono all’origine di uno dei lavori di Andrej Mussa, Heidi, che reinterpreta con i pastelli a cera gli sfondi montani del celebre cartone animato (Miyazaki, 1974) e delle corrispondenti figurine dell’album Panini 1978.
Una “potente installazione” di Angelo Jelmini dal titolo Senza regole mette in scena, in disordine controllato, palle, pupazzi e altri giochi trouvé.
Tanti e diversi sono i dispositivi e le pratiche di gioco evocate nelle opere esposte, ognuna interessante da seguire: il cubo di Rubik è una delle iconografie delle polaroid ritoccate del fotografo Luca Corradi; i ricordi degli spazi del nascondino si rintracciano nei collage di luoghi di Anna Giuntini; altre memorie d’infanzia, legate alle armi, sono rielaborate dall’artista Anna Dormio; Mimmo Iacopino trasforma oggetti quotidiani, come il metro da sarta, in cose che possono diventare giocattoli non convenzionali.
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Ci sono poi gli interventi di René Pascal (Adriano Pasquali) su vecchie fotografie, usate come base di giochi con pasticche di colori e bottoni; le miniature di Fabrizio Molinario con barche e omini senza volto; i libri d’artista di Andrea Meregalli in cui il gioco è quello con le parole, il senso e il nonsenso, l’ironia, lo humour.
Il titolo dell’opera del duo Serena Giorgi e Giulio Perfetti coincide con quello della mostra: The Game richiama un gioco di costruzione in cui le forme geometriche sono in alluminio, con inserti a colori. Una griglia modulare, un esercizio di riempimento che riecheggia le soluzioni formali e strutturali dell’avanguardia e – citato dagli stessi autori- il magistero del designer Enzo Mari.
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È un’opera che, col suo titolo tautologico, afferma che costruire, occupare spazi, combinare e ricombinare è un gioco. Il pensiero va agli studi dell’artista e collezionista di giochi spagnolo Juan Bordes, secondo il quale i giochi di costruzione diffusi all’inizio del XX secolo hanno formato le generazioni degli artisti e delle artiste delle avanguardie.
E il modo in cui si gioca nell’infanzia rimane, evolve, riemerge nelle attività a venire.
The Game, a cura di Silvia Franceschi
6 marzo 2024 – 18 aprile 2024
Spazio Blue Train – Via fratelli Pozzi, 4 Milano
The Kitchen art gallery – Via Asiago 4, Milano
Con lavori di: Elisa Carovilla, Paolo Ceribelli, Luca Corradi, Anna Dormio, Giorgi & Perfetti, Anna Giuntini, Mimmo Iacopino, Angelo Jelmini, Andrea Meregalli, Fabrizio Molinario, Andrej Mussa, René Pascal