Una lezione di Storia dell’arte oggi può apparire così.
Grazie ai visori acquistati dalla scuola con i fondi europei Pon abbiamo visitato la ‘mostra’ e ascoltato la spiegazione, interagendo con i quadri esposti. Chi non voleva usare il visore o si stancava della VR, ha potuto seguire dalla lim la proiezione del percorso.
Chiedo sempre agli studenti di quantificare le ore dedicate al progetto, dà una misura ai compagni del dietro le quinte: la scelta dei software e il loro apprendimento, l’allestimento della mostra, la ricerca dei contenuti, la preparazione della presentazione (che richiede una precisa regia), sono frutto di pomeriggi e notti passati lavorando insieme, anche da remoto, eppure, dicono, divertendosi. Tutto questo si vede e si sente in aula.
Di mio c’è solo un po’ di esplorazione preventiva e qualche indicazione di metodo, e la garanzia di poter sperimentare se e quanto vogliono.
Quello che ritorna dalla loro creatività, bravura, impegno, mi sorprende sempre. Non perchè non me lo aspetti, ma perchè ogni anno mi pare cresca sempre di più.
Ora siamo pronti a visitare la mostra di Klimt a Palazzo Braschi a Roma, in real life, ma intanto ci rimarrà il ricordo di come abbiamo studiato la Secessione quel giorno a scuola.