⌊Attività obbligatoria⌉
“Questa categoria, mentre suggerisce che un artista è innanzitutto interessato alla comunicazione dei fatti, e spesso dei più amari, fra quelli sociali contemporanei, si addice ai numerosi pittori che maturarono con l’esperienza della rivoluzione del 1848, e che cominciarono a credere che gli eventi della routine della città e della vita di campagna fossero le sole fonti vitali di verità artistiche. Fu Gustave Courbet (1819-1877) che rappresentò l’incarnazione di questo punto di vista, non solo attraverso la forza rivoluzionaria dei suoi dipinti degli anni ’50, ma attraverso la sua avidità di suscitare polemica nel pubblico e di gioire di essa… Come molti altri artisti della metà dell’Ottocento, responsabili di aver rimpiazzato gli eroi greci e i re medievali con i lavoratori, anche Courbet veniva dalle province rurali, dove crebbe in quelle condizioni naturali e sociali della campaagna che ai suoi occhi potevano minare le tradizioni artistiche moribonde di Parigi. (…)
Per lui, come per Millet, il 1848 fu uno spartiacque.”
R. Rosenblum, L’arte dell’Ottocento, tr. it. Palombi editore
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