Giorgio de Chirico, Gare Montparnasse (Melanconia della partenza), 1914, Moma, New York
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Giorgio de Chirico è un pittore italiano nato a Volos in Grecia nel 1888 e morto a Roma nel 1978. La sua formazione affonda le radici nella cultura classica, si nutre dell’arte del Simbolismo tedesco, conosciuto durante gli studi a Monaco di Baviera e si esprime - fra la Francia e l’Italia - in uno stile inconfondibile, che prende il nome, nei primi anni Dieci, di Metafisica. Piazze di città, stazioni, nature morte, manichini, cavalli, rovine, spiagge sono i suoi temi, allestiti in scenari misteriosi che alludono al grande enigma dell’esistenza. Appassionato del filosofo Friedrich Nietzsche, a cui si deve il concetto di eterno ritorno, de Chirico ha dedicato molte opere e riflessioni al tema del tempo. Spesso compaiono nei suoi dipinti orologi pubblici su torrette, portici, facciate di palazzi. L’ora segnata è quasi sempre pomeridiana, come si deduce dalle ombre lunghe gettate da edifici e personaggi sulla scena. Nell’inverno 1913-1914 compaiono nei dipinti di de Chirico elementi di natura morta, accostati a frammenti di statue (come nell'immagine di confronto), appoggiati su un ripiano di mattoni, come qui: tracce di materia deperibile, segni di terre esotiche, presenze legate a un ricordo. La stazione è uno dei "luoghi" di de Chirico e della Metafisica: figlio di un ingegnere costruttore di ferrovie in Grecia, de Chirico realizza diversi quadri "di stazioni e di treni stantuffanti", tanto che - come ricorda lo storico dell'arte Fabio Benzi - Picasso lo definì "peintre des gares", pittore di stazioni, appunto. Passanti di una città metafisica, i personaggi stilizzati da de Chirico si presentano come piccole figure nella vastità dello spazio urbano. Proiettano ombre lunghe e piene di mistero che, dal punto di vista della storia dell’arte, ricordano i personaggi di spalle dipinti dagli artisti romantici e simbolisti tedeschi e svizzeri, come per esempio Arnodl Böcklin, molto amato da de Chirico. Figlio di un ingegnere ferroviario che era stato inviato in Grecia per lavoro, Giorgio de Chirico ha spesso inserito la sagoma sbuffante di un treno a vapore sullo sfondo delle sue composizioni. Il treno è l’immagine della modernità, celebrato da poeti, come Carducci, da altri artisti come Boccioni e porta con sé l’esperienza di uno spazio che diventa tempo, nelle situazioni della partenza, dell’attesa, e nel percorso.Firma e data
Siamo nel 1914, a pochi mesi dallo scoppio della prima guerra mondiale. Sono gli anni delle avanguardie artistiche (Cubismo, Futurismo, Astrattismo) e di un vivace scambio fra artisti e intellettuali di tutte le parti d’Europa che si ritrovano a Parigi, capitale cosmopolita dell’arte.Orologio sulla torretta
Nell'immagine di confronto, il dipinto L'enigma dell'ora, 1910 (collezione privata).Casco di banane
Nell'immagine di confronto, il quadro L'incertezza del poeta, 1913, conservato alla Tate di Londra.Zona centrale
Di questa parigina Gare Montparnasse (Malinconia della partenza) esposta nel 1914, vediamo un grande arco e un portico buio e profondo, fiancheggiato da una strada in scorcio, di un giallo luminoso.Figurine
Nell'immagine di confronto, uno dei tanti dipinti dove si ritrovano queste figure, Melanconia, databile al 1912 (Londra, collezione Estorick).Treno
Nell'immagine di confronto si vede il dipinto L'enigma di una giornata, 1914, conservato a São Paulo do Brasil, Museu de Arte Contemporanea.