Mercoledì 7 novembre 2018, presso il Museo di Roma in Trastevere (alle ore 16), la storica dell’arte Martina Antonelli interviene nel programma Educare alle mostre. Educare alla città dei Musei in Comune di Roma, presentando una ricerca sulla rilettura creativa – da parte degli artisti – delle case di bambola.
Nella conferenza, sono illustrate e analizzate le opere di diversi artisti contemporanei, che – dalla metà degli anni Settanta del ‘900 a oggi – hanno evocato nelle proprie installazioni il “format” della casa di bambola. Queste esperienze contemporanee (fra cui quelle di Alice Pasquini e Dennis Oppenheim) sono messe in relazione con la storia e lo sviluppo delle prime dollhouses, nate nel nord Europa tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo. Non mancano curiosità, aneddoti, inaspettate incursioni, fra cui quella di Marcel Duchamp, oltre a riferimenti ai temi della miniatura e dello spazio, con richiami al pensiero di Gaston Bachelard.
Come scrive Antonelli nella sua presentazione “Non esiste una definizione che abbracci il significato di casa di bambola poiché si tratta di un’espressione utilizzata sia per descrivere il giocattolo, sia per alludere al modellino più propriamente da collezione. Nelle prime case di bambola la funzione ludica era subordinata all’intento educativo che esse rivestivano. L’accezione ricreativa che noi oggi attribuiamo a questo oggetto si andò diffondendo solamente in seguito alla rivoluzione industriale e alla nascita delle industrie specializzate nella produzione del giocattolo”.
All’incontro – organizzato da Nicoletta Cardano – partecipa Antonella Sbrilli.
Per un abstract dell’argomento, si può consultare il blog Micromondi.
Qui il programma di Educare alle mostre. Educare alla città 2018-19.
Prenotazioni allo 060608.