Indizi dipinti: dedurre una storia dall’immagine

Il 14 ottobre 2007, durante il Festival Parole in gioco di Urbino (una rassegna ideata e curata da Maria Perosino e Stefano Bartezzaghi), Antonella Sbrilli e Claudia Matera progettarono e condussero un “detective game”, basato sull’immagine di un dipinto dell’artista Sergio Ceccotti: Situazione metropolitana, 2000.

In questo dipinto dell’artista romano, è messa in scena la suspence di un possibile delitto. Ciascun giocatore deve arrivare alla spiegazione della scena, risolvendo una serie di indizi di carattere enigmatico e letterario, collegati agli oggetti visibili nell’immagine, per esempio il cellulare, le chiavi, il cappello, le finestre illuminate, i mezzi di trasporto e così via.Scopo del gioco è giungere a ricostruire l’antefatto dell’immagine, utilizzando intuito, logica, attitudine narrativa e seguendo un filo che lega la pittura d’enigma con la tradizione del racconto noir.

Situazione metropolitana
Nei pressi della sopraelevata, in un quartiere della periferia storica di Roma, in una serata con poco traffico, un uomo si tiene aggrappato con le ultime forze al cornicione di un palazzo. Sul cornicione il cappello, le chiavi, il telefonino dell’uomo (forse).

In strada, il tram numero 14 e un paio di macchine.
Da una finestra di fronte, una donna lo guarda, apparentemente.
È un quadro del pittore Sergio Ceccotti, dipinto nel 2000, che racconta, con la persuasione delle immagini, una “situazione metropolitana”. Una atmosfera tipica della metropoli, con un inserto anomalo: l’uomo sospeso.
Perché l’uomo si trova in questa situazione?
Interrogando gli oggetti e le figure del quadro si accede a giochi che celano indizi utili alla soluzione dell’enigma.

La donna affacciata alla finestra porta al gioco delle Parole nascoste
Il cappello porta al gioco Trova le differenze
L’automobile illuminata porta al gioco del Bersaglio
Le chiavi portano al gioco dei Proverbi a chiave
Il cellulare porta al gioco del T9
L’uomo sospeso al cornicione porta al gioco del “Se fosse”
La finestra porta al gioco dell’illusione ottica.

Risolvendo correttamente i giochi, si guadagnano indizi che consentono – collegandoli con logica narrativa – di ricostruire una possibile vicenda che spieghi la situazione dipinta dall’artista.
– Dal primo gioco si ottengono il nome Anna e le parole incidente, attraversare, tram, binari,  strisce, università, amnesia che introducono alla situazione:
a Roma, nei pressi dell’Università, nel 1977, Anna finisce sotto il tram. Nessun colpevole viene individuato. Dopo l’incidente, un’amnesia allontana la ragazza dalla vita attiva e la costringe in casa, dove passa gran parte del tempo risolvendo gli enigmi della “Settimana enigmistica” e guardando dalla finestra.
– Il gioco delle Differenze allude alle diverse versioni dell’incidente che i testimoni del palazzo ricordano, in alcune delle quali la ragazza sembra essere stata spinta sotto al tram.
– Il gioco del Bersaglio conduce i giocatori a rintracciare il presunto colpevole, Emilio, che all’epoca dell’incidente frequentava la vicina università e ora lavora come agente immobiliare.
– Il gioco dei Proverbi a chiave – tutti collegati al tema della vendetta – alludono alla messa in azione, da parte degli amici di Anna, di una tardiva punizione.
– Il gioco del T9 (il sistema per comporre SMS) rivela le intenzioni degli amici: lasciare Emilio sospeso nel vuoto finché non ammetta le sue responsabilità e poi lasciarlo libero, mentre Anna osserva la scena dalla finestra dirimpetto. Questo si deduce dalle frasi ambigue che il T) consente, per esempio: Salti dal sesto piano/Salvi dal resto siamo/Salvi dal sesto pianoResa dei conti/sera dei conti; L’appeso sarà salvato/L’arreso sarà salvato.
– Il gioco del “Se fosse” riguarda quello che sta dicendo l’uomo sospeso al cornicione. Quel giorno del 1977 scappava dall’università dove erano in corso degli scontri, si trovò ad attraversare la strada proprio nel momento in cui Anna veniva travolta dal tram.
– Infine L‘illusione ottica mette in luce che dal punto di vista dei testimoni nel palazzo poteva sembrare che Emilio correndo avesse spinto Anna.
Due fatti indipendenti furono collegati per un errore di percezione ingigantito dal ricordo e questa è una delle possibili spiegazioni della situazione metropolitana dipinta da Sergio Ceccotti, pittore della città e dei suoi enigmi a cui – 2014-15 – è stata dedicata una mostra dal titolo La vita enigmistica (Roma, Musei di Villa Torlonia, Casino dei Principi).
AS