Degli anni passati a scuola, più che le interrogazioni e l’ansia prima di un compito in classe, si ricorda la persona con cui abbiamo condiviso tutto questo: il compagno di banco.
Ma che succede se, durante una pandemia globale, perdi il tuo personale compagno di trincea perché i banchi doppi diventano inutilizzabili?
Succede che il gomito del tuo compagno lo tocchi con il tuo solo per salutarlo e i vecchi banchi vengono abbandonati nel cortile in attesa che qualcuno li venga a ritirare.
E con tutto questo materiale che ci facciamo?
È questa la domanda iniziale che si è posto Roberto Ianigro, docente di Disegno e Storia dell’Arte dell’IIS Via Roma 298 di Guidonia, a pochi passi dalla capitale.
Double Desk Trib[ut]e è stata la risposta.
Un’installazione didattica effimera realizzata negli spazi esterni del plesso scolastico, un luogo alternativo per svolgere una lezione non più “sui banchi” ma dove il banco diventa esso stesso l’oggetto di un racconto che ripercorre la storia dell’arte da Piero della Francesca a Cattelan, offrendo anche molteplici collegamenti con le altre materie.
Per creare le opere in mostra sono stati adoperati i banchi dismessi, residui della scuola pre-Covid a cui è stata data nuova vita.
Ci si muove in un giardino di opere d’arte, liberamente o sotto la guida del docente.
L’apporto dei ragazzi stessi è stato fondamentale, è proprio da loro che nasce l’idea di affiancare ad ogni installazione un QR Code che rimanda ad una vera e propria video-audioguida prodotta dagli alunni aderenti alla mostra.
È un progetto votato al digitale e all’inclusione, grazie ad un’audiodescrizione sperimentale per persone con disabilità visiva che non possono più toccare con mano le opere o leggere didascalie in Braille a causa delle limitazioni legate alla pandemia in atto.
Un tributo ai vecchi banchi, compagni di strada, e una scintilla di riflessione su quella che è, e sarà, una didattica tutta nuova, in continua evoluzione.
Giada Pipitone