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La storica dell’arte e scrittrice Marisa Volpi, nel suo racconto Il cuore di Degas (1998), ripercorre alcuni snodi della vita dell’artista, collegando in una trama immaginata i dati storici documentati.
Ecco la pagina in cui racconta della celebre opera Ballerina di 14 anni (ora conservata alla National Gallery of Art di Washington)
Nell’aprile 1881 viene esposta alla mostra degli impressionisti una ballerina di cera che indossa un corpetto, una gonna di tulle, calze e scarpe da ballo veri, il crine dei capelli a treccia annodato con un nastro di seta verde.
La cera è sporca di chiazze del color carne ripassato, le calze mostrano le pieghe slentate del tessuto elastico, il volto sollevato ostenta una animalità aggressiva. Una vetrina la protegge dalle mani dei visitatori.
La modella è Marie van Goethem di quattordici anni, figlia di una lavandaia. La lunga consuetudine con le bambine dei balletti e una sensualità quasi feticistica convergono nel farsi della scultura, vestita come lo sono quelle dei presepi napoletani.
È esaltata nei tratti del volto la similitudine tra fisionomia umana e animale. Nel tastare il profilo di Marie un furore ostile lo domina.
Il piacere di modellare nudi di donna e cavalli da corsa non è nuovo: modelli per esplorare i volumi da dipingere, mai fusi in bronzo durante la vita, se ne troveranno in atelier centocinquanta, alcuni colorati, nessuno con indosso gli stracci policromi della ballerina.
Marisa Volpi, Il cuore di Degas, in Fatali stelle, Longanesi, 1998