Edgar Degas, Place de la Concorde (Il Visconte Lepic e le figlie), 1875, San Pietroburgo, Ermitage
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Janine e Eylau Lepic
Edgar Degas aveva già dipinto Janine ed Eylou, le due figlie del suo amico Ludovic-Napoléon Lepic nel 1871, in un quadro conservato ora nella collezione Bührle di Zurigo.
Il Visconte Lepic
Aristocratico, collezionista, pittore di marine ed esperto di tecniche dell'incisione, Lepic condivise con Degas molti interessi, fra cui il balletto e le corse, e compare in diverse opere grafiche e pittoriche dell'amico.
In questo quadro è ritratto come una figura elegante, sigaro in bocca e ombrello sotto il braccio. Tagliato all'altezza delle ginocchia, sembra procedere a grandi passi, diretto verso la destra della composizione, mentre le due figlie e il cane prendono la direzione opposta.
Kirk Varnedoe, che analizza questo dipinto nel capitolo "Vicino e lontano" del suo volume Una squisita indifferenza, nota come le figure di Lepic e delle sue figliole "si disperdono in direzioni diverse, uscendo ed entrando nella cornice".
Il dipinto si presenta come "un ritratto-paesaggio urbano-scena di genere" cogliendo aspetti emergenti della città moderna.
Spazio della piazza
Il quadro di Degas è connotato da quello che alcuni commentatori chiamano "spazio negativo", una vasta zona vuota di figure ed eventi che ha un grande peso nella percezione dell'insieme.
Secondo Varnedoe (Una squisita indifferenza, pp. 26 ss), con l'avvento dei nuovi ritmi della vita moderna (di cui Parigi è città esemplare), la stabilità dello spazio urbano "che nel Perugino appariva stabile, equilibrato, misurato, diventa caotico; l'orizzonte si sposta sullo sfondo".
Passante al margine
Superfici che si rovesciano, orizzonti che spariscono, cose e figure tagliate ai bordi del quadro: queste novità portate dalla diffusione di "materiali fotosensibili a rapida esposizione come quelli usati nelle vedute stereoscopiche di Parigi" influenzano il modo di vedere degli artisti della seconda metà dell'Ottocento (Varnedoe) e si innestano in ricerche - come quelle di Degas - sui tagli e i decentramenti compositivi.