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Un ritratto di Marcel Duchamp e di alcune caratteristiche di opere come la Boîte-en-valise, che contiene le riproduzioni miniaturizzate di molti ready-made, si trova in un romanzo dello scrittore catalano Enrique Vila-Matas.
L’autore, facendo uso di fonti in parte vere e in gran parte finzionali, immagina che nel 1924 alcuni artisti (fra cui lo stesso Duchamp) diedero vinta a una società segreta, una cospirazione fantastica, piena di elementi dada, esoterismo, anti-convenzionalità.
Il nome di questa cospirazione è shandy e fa riferimento al romanzo settecentesco La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo, di Laurence Sterne, a sua volta pieno di invenzioni, humour, non-senso. In questo romanzo, ha molta importanza il termine hobby-horse, che indica il cavallino a dondolo dell’infanzia e, nell’età adulta, la passione ossessiva per qualcosa, l’hobby. Nelle prime traduzioni francesi di questo libro, hobby-horse viene tradotto con dada. E il cavallo a dondolo è uno dei riferimenti elencati da Tzara per spiegare la parola dada, nessuno dei quali può circoscriverla del tutto.
[…] la storia della letteratura portatile. Una storia europea, alle origini, e leggera quanto la valigia-scrittoio con la quale Paul Morand percorreva su treni di lusso la luminosa Europa notturna: scrittoio mobile che ispirò a Marcel Duchamp la sua boîte-en-valise, senza dubbio il tentativo più geniale di esaltare il portatile in arte. La cassetta-valigia di Duchamp, che conteneva riproduzioni in miniatura di tutte le sue opere, si trasformò rapidamente nell’emblema della letteratura portatile e nel simbolo in cui si riconobbero i primi shandy. […]
Però miniaturizzare significa anche occultare. Duchamp, per esempio, si sentì sempre attratto dalle cose estremamente piccole, vale a dire da tutto ciò che doveva essere decifrato: emblemi, manoscritti, anagrammi. Per lui miniaturizzare significava anche rendere inservibile.
Enrique Vila-Matas, Storia abbreviata della letteratura portatile (Historia abreviada de la literatura portátil , 1985), tr. it. L. Panunzio Cipriani, Sellerio, Palermo 1989, pp. 11.12