Cubismo. Letture in rete

 

⌊Attività consigliata⌉

Sono stati messi in luce dalla critica diversi collegamenti fra le esplorazioni dei cubisti e gli echi di ricerche filosofiche e scientifiche coeve, da Henri Bergson (che analizza il concetto di durata), alle ricerche sulla “quarta dimensione”, alla fisica dello spazio-tempo.

Si sono permessi di girare intorno all’oggetto, per darne, sotto il controllo dell’intelligenza, una rappresentazione concreta fatta di più aspetti successivi. Il quadro possedeva prima di oggi lo spazio, ecco che oggi si irradia anche nella durata.

Metzinger, in Cubismo e tradizione (1911), riportato in J. Nigro Covre, Le avanguardie storiche, Carocci, 2021, p. 54

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Parigi, anno 1906. Un giovane pittore spagnolo, Pablo Picasso, 25 anni appena compiuti, dà la prima pennellata a Les Demoiselles d’Avignon. Le cinque damigelle di Avignone rivivono sulla tela di Picasso in una “prospettiva spaccata, frantumata in volumi … incidenti l’uno nell’altro”, che ce le propone in simultanea sebbene ciascuna viva in una sua dimensione spaziale. Il quadro, a detta di molti storici dell’arte, inaugura la stagione del cubismo. E, a detta del critico Mario de Micheli, manda definitivamente in frantumi la concezione classica dello spazio (Le avanguardie artistiche del Novecento, Feltrinelli, 2002).
Berna, 30 giugno del 1905. Un giovane fisico tedesco, Albert Einstein, 26 anni appena compiuti, invia alla rivista “Annalen der Physik” l’articolo sulla Elektrodynamik bewegter Körper in cui assume che la velocità della luce sia costante in qualsiasi sistema di riferimento e che il principio di relatività galileano sia valido per ogni sistema fisico in moto relativo uniforme. L’articolo sull’Elettrodinamica dei corpi in movimento, a detta degli storici della fisica, unifica parzialmente la meccanica e l’elettrodinamica. E manda definitivamente in frantumi la concezione classica del tempo e dello spazio. ⌈…⌋
Le due opere, il quadro e l’articolo, con strumenti affatto diversi affrontano il medesimo problema: la natura della simultaneità.

Sono le frasi di inizio della recensione di Pietro Greco al libro dello storico della scienza Arthur I. Miller, Einstein and Picasso: Space, Time and the Beauty that Causes Havoc (Einstein e Picasso: spazio, tempo e la bellezza che genera caos, 2001), in cui si confrontano le ricerche del fisico tedesco e del pittore spagnolo.
La recensione, breve e molto chiara, mette in luce l’importanza delle scoperte scientifiche dei primi anni del ‘900 per gli artisti delle avanguardie. Si può leggere a questo indirizzo:
Pietro Greco, Einstein, Picasso e i pellegrinaggi delle idee

 

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