Come saremo nel 2033: apprendere e insegnare con l’AI

Durante la Milano Digital Week 2023, al Politecnico di Milano si è svolto un workshop di tre giorni dedicato al tema della formazione in un mondo dove i sistemi di Intelligenza Artificiale sono e saranno sempre di più presenti nei processi formativi;  qui il  programma.

Organizzato dal Centro METID (Metodologie e Tecnologie Innovative per la Didattica) diretto da Susanna Sancassani e dalla Scuola del Design del Politecnico di Milano diretta da Francesco Zurlo, il workshop ha raccolto nella sede dell’Educafè persone coinvolte nell’insegnamento, nella progettazione di corsi, nella programmazione, nella valutazione degli aspetti etici e giuridici delle applicazioni dell’IA, nella ricerca creativa. 
Ognuna delle tre giornate è stata dedicata a un aspetto specifico del grande tema contenitore:
venerdì 6 ottobre il focus è stato rivolto a come stanno cambiando gli obiettivi della formazione in un mondo AI based
sabato 7 ottobre si è lavorato sulle trasformazioni delle pratiche didattiche della formazione superiore e domenica 8 ottobre su quelle dell’apprendimento.
Infine, lunedì 9 ottobre 2023, nella sessione conclusiva della Digital Week milanese (che in questa edizione aveva come titolo Lo sviluppo dei limiti), sono stati presentati i risultati dei tre giorni di laboratorio, riassunti e organizzati in forma di 99 brevi proposizioni esplorabili in un abaco interattivo:

99 istantanee dal futuro dell’Università

Istantanee di futuro e dal futuro: chi ha partecipato al workshop è stato coinvolto – con approcci di collaborazione creativa condivisa – a ragionare sui temi proposti immaginando di muoversi in un tempo non troppo lontano, il 2033, dieci anni scarsi che per gli sviluppi dell’IA sono sicuramente un’era.

Nella tabella, le 99 caselle sono suddivise per colori: 33 arancioni sono collegate al tema della prima giornata di workshop, i cambiamenti degli obiettivi della formazione superiore; le 33 azzurre riguardano il tema della seconda giornata e dunque le pratiche didattiche, le 33 caselle verdi le pratiche di apprendimento.

L’educazione forma studenti in grado di sfruttare l’AI per sviluppare lo sviluppo creativo di scenari futuri, a partire dall’analisi del presente” si legge nella casella 21 nel gruppo arancione, quello degli obiettivi formativi;
Sorgono spazi e attività specificamente dedicati allo sviluppo della consapevolezza delle differenze tra l’uomo e le macchine e della diversità dei due modelli di interazione, in modo da supportare e radicare l’abitudine a riconoscere la non-umanità delle macchine basate su AI” è il testo della casella 6 del gruppo azzurro, pratiche didattiche;
Gli studenti utilizzano l’AI per ottenere una dettagliata restituzione dei processi seguiti per l’apprendimento di conoscenze, abilità o competenze promuovendo una profonda riflessione sui propri processi cognitivi e strategie di studio” è il testo della casella 26 del gruppo verde, sulle pratiche di apprendimento.

Sono solo tre esempi a campione dei testi raggiungibili: sintetici e densi statement che testimoniano le proposte dei partecipanti, condivise e discusse in tavoli di lavoro, selezionate, ridotte di numero, rielaborate e infine – con l’aiuto di un poderoso team di redattori e tutor del Politecnico – sistemate nello schema e offerte a una esplorazione intuitiva e combinatoria e, naturalmente, alla discussione e al confronto.

Art-usi (Maria Stella Bottai e Antonella Sbrilli), insieme a Massimo Conte, instructional designer spesso citato in questo blog e coordinatore del Complexity Education Project con cui collaboriamo, ha partecipato alla giornata del 6 ottobre 2023, dedicata ai mutamenti degli obiettivi della formazione, un tema che ha fatto emergere la necessità di politiche estese di literacy, con la creazione di figure di mediatori/facilitatori, che possano avvicinare tutti alle competenze tecniche e semantiche che l’AI richiede; la necessità di immaginare nuove figure professionali capaci di progettare corsi misti, di comprendere i codici, di praticare – nelle classi – l’anticipazione creativa e l’equilibrio fra tecnologie e spazi “digital free”.
Di grande interesse – anche ai fini di un loro utilizzo didattico – sono stati i metodi e le tecniche
 di approccio creativo di gruppo, di design strategico, di elaborazione e progressiva sintesi dei risultati, proposte nel workshop. 
Il brainstorming iniziale, per esempio, si è svolto usando la tecnica “Crazy Eight”: otto minuti per mettere nero su bianco le prime quattro idee sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, sulla mediazione IA-Realtà, sull’impatto dei dati in ambito formativo, considerando anche eventuali contromisure adottabili. I risultati di questa prima veloce elaborazione hanno preso posto al centro del tavolo di lavoro, in una forma che ricorda il fiore di loto (“Lotus Blossom”) , per poi essere commentati collettivamente in una seconda fase del laboratorio e infine posizionati in una tavola riassuntiva in ordine di pertinenza al tema e di impellenza. Da questa ultima selezione sono poi state scelte le definizioni confluite nell’abaco. 

Oltre all’attività laboratoriale, le tre giornate al Politecnico sono state arricchite di approfondimenti: seminari su temi che andavano dall’uso in classe delle AI text to image alla transdisciplinarità;  performance ed esposizioni, fra cui abbiamo potuto visitare quella dell’artista Marco Cadioli, che ha usato proprio dei sistemi di Intelligenza Artificiale text to image per illustrare l’Apocalisse, con risultati di grande impatto visivo, che aprono a esegesi inaspettate e inquiete del testo e della sua storia illustrativa: un’allusione possibile a quello che avviene nel dialogo in corso con l’IA.

AS e MSB