⌊Attività obbligatoria⌉
“L’Arte Povera, sviluppatasi nella seconda metà degli anni Sessanta contemporaneamente ad analoghe tendenze internazionali come l’Arte Processuale e l’Arte Concettuale, ha proposto un’operatività artistica che, mettendo in relazione i vari linguaggi e ponendo al centro lo ‘svolgersi asistematico del vivere’, affermava radicalmente l’esigenza di riferirsi a elementi primari e materiali non tradizionali che esprimessero direttamente l’energia naturale e del pensiero” – si legge nel sito del Castello di Rivoli di Torino che conserva opere dei maggiori esponenti. Fra queste, si vedano:
Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci, 1967
Jannis Kounellis, Senza titolo, 1969
Mario Merz, Igloo con albero, 1968-69
Giuseppe Penone, Albero di 11 metri, 1969-89
La figura e le opere di Pino Pascali (1935-1968) si possono esplorare nel sito della Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare, cittadina pugliese in cui l’artista era nato. Nella sezione Pino Pascali – Opere, accanto a una selezione di immagini esemplari del periodo di formazione all’Accademia di Roma, del lavoro in Rai, sono commentate le serie dei frammenti anatomici, delle armi, degli animali, della natura.
La Body art – si legge nel sito della Tate Modern nella sezione dedicata alla terminologia – “include una varietà di media, dalla fotografia alla pittura al video e molta arte performativa, sotto forma di azioni ed eventi, in cui l’artista è direttamente interessato al corpo, spesso in relazione a questioni di genere e di identità.
Sempre la sezione terminologia della Tate Modern definisce la Land art o Earth Art come un’arte fatta direttamente nel paesaggio, “scolpendo” la terra stessa o realizzando strutture nel paesaggio che usano materiali naturali come rocce o rami”.