Periodicamente appaiono notizie legate a scoperte relative a Leonardo. La sua produzione pittorica, grafica, ingegneristica sembra serbare dei segreti, tra verità e fantasia, come i tanti misteri e leggende che circondano la Monna Lisa o l’Ultima Cena.
Una importante ‘scoperta’ è quella che ha riportato alla luce, grazie a un lungo restauro, la sala delle Asse nel Castello Sforzesco di Milano, attribuita a Leonardo. Si tratta della grande volta di una sala del Castello, decorata con motivi vegetali, un fitto pergolato ricco di elementi simbolici, in cui si riconosce il gelso (moro) ispirato alla figura di Ludovico Sforza, detto il Moro, e alla coltivazione ed esportazione del baco da seta, fiorente attività nella città meneghina. La caduta degli Sforza e la trasformazione della sala in stalla portarono alla copertura della volta con dell’intonaco, rimosso solo alla fine dell’Ottocento.
Nella pagine dedicata alla Sala delle Asse si raccontano le simbologie che puntano alla figura del Moro, e i rapporti tra l’artista e la corte presso cui lavorò a lungo.
Restauri recenti hanno permesso di riportare alla luce l’opera. In occasione della riapertura al pubblico, nel 2019, è stata organizzata una mostra in cui si faceva il punto sulle versioni del Salvator Mundi attribuite a Leonardo e bottega, di cui una in particolare è divenuta celebre in seguito al discusso acquisto milionario da destinare alle collezioni del nuovo Louvre Abu Dhabi. Dell’opera, su cui furono avanzati dubbi sull’autenticità, non si sa più nulla.