Alla Biennale di Venezia di quest’anno, curata da Cecilia Alemani, uno dei padiglioni più apprezzati ai Giardini è stato quello del Belgio, con il lavoro dell’artista Francis Alÿs (a cura di Hilde Teerlinck).
Il tema è, come richiama il titolo, la natura del gioco. Dal 1999 il filmmaker e documentarista ha puntato la sua telecamera sui giochi dei bambini all’aperto, in spazi urbani, da soli o in gruppo, dando vita al progetto Children’s Games. Al padiglione sono installate quase tutte nuove produzioni che raccontano attività ludiche, popolari in varie zone del mondo, dal Canada, all’Afghanistan al Belgio, tramandate di generazione in generazione come “il filo conduttore di un loop infinito” (testo di Jean Katambayi in mostra).
Il gioco dei bambini è da intendere come una relazione creativa con il mondo in cui vivono, rivelando una dimensione sociopolitica. Tuttavia, poiché le interazioni sociali diventano sempre più virtuali, Alÿs vuole filmare questi giochi prima che scompaiano.
(Dal comunicato stampa)
I video hanno una qualità quasi ipnotica: l’artista mette in evidenza le interazioni che si stabiliscono nel gruppo, la ripetizione – istintiva, frenetica – di gesti e atteggiamenti che seguono uno schema, codificato o estemporaneo, invisibile a chi non gioca. I mezzi sono essenziali, talvolta casuali: tre bambine che saltano la corda tra i grattacieli di una metropoli asiatica, una guerra di palle di neve in montagna, un gioco di abilità con le biglie in una strada fangosa del Congo, la bambina che attraversa Hong Kong evitando la segnaletica pedonale. Nell’inseguimento a ‘guardie e ladri’ in una città del Messico (dove Alÿs risiede), lo scopo è non farsi colpire dai riflessi di uno specchio rotto.
I giochi collettivi, come il canto all’unisono per influenzare i comportamenti degli insetti, o la corsa di lumache dal guscio colorato, lavato via da un’improvvisa pioggia, sembrano ritrovare rituali antichi legati al rapporto misterioso dell’umanità con la natura. Alcuni di questi contesti ci ricordano che i bambini sanno giocare anche in mezzo alla desolazione, alla povertà, alla guerra. (Si ricorda in proposito la grande mostra Déflagrations al MUCEM di Marsiglia nel 2021).
“Penso che noi, come adulti, dovremmo essere fedeli ai bambini che eravamo”.
Francis Alÿs
L’allestimento, elegante e sobrio, permette di godere a pieno dei singoli lavori, tra cui anche piccoli dipinti di mano dell’artista.
La Biennale è aperta fino al 27 novembre 2022.
Foto di copertina: still da un video all’interno del padiglione belga (foto ufficio stampa).