⌊Attività obbligatoria⌉
Nella rivista on line “Engramma”, Marianna Gelussi racconta le vicende della mostra Arte Programmata (Arte cinetica. Opera aperta. Opere moltiplicate), tenutasi al negozio Olivetti di Roma nell’ottobre del 1962, dopo una tappa a Milano nell’aprile dello stesso anno:
In mostra gli spettatori possono osservare l’incanto di oggetti artistici di un nuovo tipo, cinetici, mossi da motori e meccanismi vari o che sono mossi dall’azione positiva manuale dello spettatore o dal suo spostamento (lo spettatore trasformatosi così nel motore dell’opera). I Percorsi fluidi orizzontali di Anceschi, colorati, scorrono lungo dei tubi trasparenti paralleli; in Superficie magnetica di Boriani delle calamite azionate da motori si muovono sotto la superficie trascinando della polvere metallica che compone così forme in continua variazione; in Strutturazione fluida di Colombo una striscia sinuosa di plastica si muove contenuta tra due cristalli e in U.R.M.N.T 1961 di Devecchi una superficie forata ondula lentamente sotto la spinta di un motore, creando un effetto moiré. Le Nove sfere in colonna di Munari ruotano grazie a un motore collocato sotto la prima sfera di plastica in basso mentre le opere di Mari, Opera n. 649, e Varisco, 9 x 9 x X, presentano degli schermi a variazioni colorate. Le opere del Gruppo N richiedono invece la partecipazione attiva dello spettatore: Rilievo ottico- dinamico è composto da segmenti metallici movibili manualmente; le sfere di due diversi colori di Bispazio instabile passano attraverso un foro centrale tra due spazi comunicanti secondo lo spostamento dell’oggetto e Interferenza geometrica è costituita di motivi geometrici tracciati su lastre di vetro scorrevoli che si sovrappongono creando motivi sempre nuovi. Visione dinamica, invece, formata da strisce di plastica bianca in torsione sopra una superficie nera, muta seguendo il movimento dello spettatore.
Questi oggetti sperimentali radicalmente nuovi, tra arte e design, incarnano una nuova vitalità, la temporalità accelerata del boom economico, facendosi al tempo stesso portatori dell’ansia di progresso e del desiderio di rinnovamento che accompagna e sommuove quegli anni.
Questo il link all’articolo di Marianna Gelussi, “Arte programmata, la chiamano”. 1962, Olivetti e l’arte cinetica, Engramma, n. 166, giugno 2019, dove è possibile anche visionare un breve documentario sull’Arte Programmata di Enzo Monachesi, 1963 (Archivio nazionale del cinema d’impresa, Fondo Olivetti).