⌊Attività obbligatoria⌉
Una illuminante analisi dello stile espressionista – nei linguaggi visivi, verbali e musicali- si legge in un saggio dello storico della letteratura tedesca Ladislao Mittner (1902-1975):
La tenue pennellata impressionistica che per gradi impercettibili sfuma in quell’impalpabile nulla e tutto che è la luminosità atmosferica, si condensa d’improvviso, si cristallizza e si geometrizza, e soprattutto si riempie di carica elettrica, di materia esplosiva; ogni macchia di colore, ogni membro del verso è un urlo, una sferzata, uno scoppio; la realtà intera sembra presa da un folle dinamismo spasmodico. L’esempio primo e più rivoluzionario dell’intensificazione coloristica di singoli elementi ben isolati non è tedesco: sono i soli e i papaveri di Van Gogh, i cui gialli e rossi mai prima visti spezzano l’unità della composizione e sembrano quasi voler far scoppiare la cornice del quadro.
Trakl nella poesia Die Sonne (Il sole) fa erompere d’improvviso il sole di notte da un’oscura voragine: “Sonne aus finsterer Schacht bricht”; il contrasto fra i primi versi e l’ultimo della poesia fu reso con particolare violenza da Webern (op. 14, num. 1), che con un’ultima rapidissima frase lacerò tutto il tessuto musicale del suo lied.
Brechen (rompere), appunto, stossen (urtare) e reissen (lacerare) sono i verbi espressionistici per eccellenza, come wehen (alitare), schweben (levitare), fliessen (scorrere) e gleiten (scivolare) sono i verbi più cari agli impressionisti.
Ladislao Mittner, L’espressionismo, (1965), Laterza, Roma-Bari 1975, pp. 28-29