Kazimir Malevič, sala dell’Ultima mostra pittorica futurista – 0.10 (Zero – Dieci)
Pietrogrado (San Pietroburgo), Dobychina Art Bureau, 1915-16
La fotografia mostra 21 dei 39 dipinti dall’artista esposti in quell’inverno.
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Quadrato nero (Quadrangolo)
Il Quadrato nero su sfondo bianco o Quadrangolo (titolo originale) è posto dallo stesso Malevič nell'angolo alto fra due pareti, nel punto che - nelle case russe di fine Ottocento - era considerato sacro, dedicato al culto delle icone e definito "angolo bello".
Dal 1915 al 1935, anno della sua morte, l'artista rimane intimamente legato a questa “icona” tanto da chiedere nelle sue volontà che venisse posta sul suo letto di morte e sul carro funebre. Esistono molte versioni successive di quest’opera, questa è l’originaria del 1915 che si trova alla State Tretyakov Gallery di Mosca. Le screpolature rivelano degli strati sottostanti di pitture cubofuturiste che il Suprematismo in questa Ultima mostra futurista dichiara ufficialmente di aver superato.
Lo storico dell'arte Giacomo Isidori - che ha collaborato a questa immagine densa in modo consistente - nella sua tesi dal titolo Quadri neri tra lo spiritoso e lo spirituale (Sapienza 2019), ha approfondito il viaggio di questa icona contemporanea nella storia dell’arte, rilevando una continua oscillazione tra il carattere sacro e quello scherzoso che, nel tempo, sono stati attribuiti ai quadri completamente neri.
Autoritratto in due dimensioni
Rispetto agli autoritratti precedenti l'Autoritratto in due dimensioni del 1915 (ora allo Stedelijk Museum di Amsterdam) si presenta in forme geometriche bidimensionali senza alcun intento di mimesis (imitazione) del mondo tridimensionale (si pensi alle ricerche contemporanee di Mondrian e De Stijl sulla riduzione della varietà naturale sul piano).
Molte altre opere esposte contengono nei loro titoli riferimenti alla seconda o alla quarta dimensione, come ad esempio: Quadrato rosso (realismo pittorico di una contadina in due dimensioni) oppure Realismo pittorico di un giocatore di calcio (masse di colore nella quarta dimensione)
(i due dipinti si possono vedere a colori cliccando sulle aree corrispondenti, a sinistra nell'immagine).
Un'altra espressione ricorrente nei titoli dei dipinti esposti da Malevič è "realismo pittorico" che si riferisce però ad una realtà "non-oggettiva", una realtà altra rispetto a quella tridimensionale degli oggetti, che infatti in questi dipinti smettono di essere rappresentati.
Composizione suprematista. Aeroplano che vola
Composizione suprematista. Aeroplano che vola, 1915 (ora al Moma di New York), porta nel titolo il termine "suprematismo" che Malevič usa per indicare la dimensione assoluta della sua ricerca, un andare al di là e letteralmente al di sopra. L'Aeroplano del titolo potrebbe suggerire che il nostro punto di vista è rialzato rispetto al piano terrestre e che pertanto dei corpi tridimensionali se osservati da sopra - come anche accade viaggiando su Google Earth - appaiono bidimensionali. Questa suggestiva interpretazione è accostata con genialità da Kirk Varnedoe a Flatlandia, un "racconto fantastico a più dimensioni" dove delle figure geometriche abitano in uno spazio bidimensionale. Questo confronto che si trova nel quinto capitolo di Una squisita indifferenza (1990) riesce con semplicità a mostrare la portata rivoluzionaria del Suprematismo.
Presenze in mostra
Kazimir Malevič non è l'unico artista a partecipare alla mostra, sebbene sue siano più di un quarto delle opere esposte (39 su circa 150).
Questa è una delle rare fotografie che lo ritrae sullo sfondo della sua parete; è assieme alle due artiste Xenia Boguslavskaia (al centro) e Olga Rozanova (a sinistra), entrambe partecipanti alla mostra. Tra i 14 artisti che esposero sulle altre pareti dell'Art Bureau di Nadeshda Dobychina, ricordiamo inoltre Ivan Puni, Ljubov' Popova e soprattutto Vladimir Tatlin, rappresentante del Costruttivismo, con il quale Malevič spesso e volentieri si trovò a litigare, anche nei mesi di questa mostra.
Quadrato rosso
Quadrato rosso (realismo pittorico di una contadina in due dimensioni): vedi l'area attiva relativa all'Autoritratto in due dimensioni del 1915.
Realismo pittorico di un giocatore di calcio
Realismo pittorico di un giocatore di calcio (masse di colore nella quarta dimensione): vedi l'area attiva relativa all'Autoritratto in due dimensioni.
L’immagine densa è a cura dello storico dell’arte Giacomo Isidori, che ha dedicato la sua tesi triennale (Sapienza 2019) alla storia del “quadrato nero” nell’arte.