Futurismo. Applied Game

 

⌊Attività obbligatoria⌉

 

Il disegno qui a sinistra è un ritratto che rappresenta Marinetti ferito, realizzato nel 1917 dai fratelli Francesco e Pasqualino Cangiullo, futuristi napoletani.
Si tratta di un ritratto “parolibero”, dove lettere, numeri, segni di interpunzione sono svincolati dalla riga e disposti con libertà e fantasia nella pagina a formare l’immagine. La calotta cranica è ottenuta con una grande G da cui si rizza una sfilza di baionette a forma di t, segno che insieme alla a compone la sillaba ta, ripetuta onomatopeicamente. L’occhio è punto interrogativo. Il colletto è una grande M su cui è appuntato un papillon in forma di X orizzontale, che racchiude anche il titolo dell’opera. Il numero 3 è ripetuto in più punti del disegno: è usato graficamente per evocare l’immagine di scoppi e foneticamente per comporre le parole di tre città italiane, Trento, Trieste, Treviso, nelle cui vicinanze aveva sede la scuola bombardieri di Susegana dove Marinetti prestò servizio.
La rivoluzione tipografica delle “parole in libertà” o “paro-libere” è un aspetto importante della ricerca dei futuristi, che ha qualcosa a che fare con il gioco.
In esse, sono stati infatti notati dei meccanismi vicini all’indovinello enigmistico conosciuto come rebus, dove disegni di figure e lettere dell’alfabeto convivono creando significati da decifrare.
Nei rebus che venivano pubblicati fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento (quando i futuristi erano ragazzi) in riviste di grande diffusione come “L’Illustrazione italiana”,  i lettori trovavano vignette con rebus, in cui le lettere dell’alfabeto, i numeri, le note musicali si disponevano in modo fantasioso.
Il gioco come attività che produce esiti creativi: è un tema di discussione, che si ritrova anche nell’Unità didattica dedicata al Bauhaus e su cui è aperto un Forum di discussione su Moodle. (la partecipazione ai Forum è facoltativa).


 

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