Il rebus ha una storia antica che, a ripercorrerla, rivela molte sorprese, dalle cifre figurate di Leonardo da Vinci ai ventagli di Stefano Della Bella e Giuseppe Maria Mitelli; dai rebus politici del Risorgimento fino alle vignette della celebre rivista “La Settimana Enigmistica”, disegnate dall’illustratrice milanese Maria Ghezzi (la Brighella) e riprese nella pittura italiana degli anni Sessanta e Settanta, in particolare nelle opere di Renato Mambor e Tano Festa.
La mostra Ah, che rebus! Cinque secoli di enigmi fra arte e gioco in Italia curata da Antonella Sbrilli e Ada De Pirro presso l’Istituto Nazionale per la Grafica (Roma, Palazzo Poli, dicembre 2010-marzo 2011) ha messo a confronto l’antico e il moderno, in un viaggio di andata e ritorno tra arte e rebus dal Cinquecento a oggi, con rimandi continui fra il gioco e l’espressione artistica. Nel catalogo, edito da Gabriele Mazzotta, il rebus è indagato dal punto di vista della storia dell’arte, dell’enigmistica, della letteratura italiana, del linguaggio, con incursioni nel mondo dei geroglifici, degli enigmi musicali, della pubblicità.
Non poteva mancare in una mostra del genere il gioco vero e proprio: un torneo di giochi di parole svoltosi il 29 gennaio 2011, con giochi ideati intorno alle opere esposte, gli emblemi, le imprese, le pagine di riviste, le composizioni verbo-visive e anche il drappo con un lungo rebus dedicato a Pio IX per l’amnistia concessa nel 1846.
Un altro elemento di coinvolgimento è rappresentato dai libri di sala, dove i visitatori lasciano commenti, critiche, firme; quelli aperti durante i mesi della mostra si sono via via riempiti di rebus, alcuni molto belli (e lusinghieri), come quello nell’immagine, la cui soluzione è Mostra MEraViGLIosa.