Anche quest’anno abbiamo seguito gli incontri del Complexity Education Project e del Complexity Institute sulla complessità nel nostro tempo, in questa edizione svolti sotto forma di web meeting a cadenza settimanale che potete rivedere sui rispettivi siti. Il tema della complessità tocca anche la pratica artistica, la ricerca e la formazione; stavolta torniamo sull’argomento, dopo averne parlato qui e qui, con un occhio alle risorse online per la didattica.
Uno dei primi esempi di come la Storia dell’arte può avvalersi di algoritmi che gestiscono i big data è il progetto X degrees of separation, presentato da Google al Festival Ars Electronica di Linz nel 2017. Si tratta di un algoritmo che trova i ‘gradi di separazione’ tra due immagini selezionate dall’immenso database di Google. Abbiamo fatto una prova cercando possibili connessioni fra due opere di arte astratta, una di Kandinsky e una di Balla.
La stringa di opere proposte funziona per l’algoritmo come una serie di anelli di parentela, fino al raggiungimento di una corrispondenza iconografica tra l’immagine di partenza e quella di arrivo; come se le due immagini fossero il punto A e il punto B di un percorso e le opere in mezzo la via evolutiva da un punto all’altro. Così come per l’app Art Selfie, di cui avevamo parlato in un precedente post, l’app ‘legge’ i segni e cerca ‘aggiustamenti’.
Dal punto di vista della storia dell’arte la sequenza ottenuta con le nostre due immagini non è del tutto soddisfacente, in quanto le opere intermedie – i ‘gradi di separazione’ – sono selezionate su valori formali ma di superficie; non rispettano criteri quali la cronologia (perché devo passare per il 2012 per cercare connessioni fra due opere dei primi del Novecento?), la provenienza degli artisti, ovviamente i possibili contatti avvenuti tramite viaggi o altri artisti intermedi, che saranno noti solo inserendo le biografie nei set di dati degli autori. Quello che interessa dal punto di vista didattico è la contemporaneità di due tipi di astrattismo negli stessi anni, quello di Kandinsky e quello di Balla, attraverso confronti che mettano in evidenza punti di contatto e di differenza. Ciò non impedisce, ovviamente, che nella ricerca possano venir fuori anelli di congiunzione insoliti e utili alla ricerca storico-artistica.
In questo sono utili i tanti aggregatori di Google Arts&Culture di cui parliamo spesso nel nostro blog, che permettono di sfogliare il catalogo di opere d’arte digitalizzate attraverso i parametri più disparati: colori, temi, pose, località, ecc.
Un continuo riordino sistematico del databank di immagini lo propone con cadenza regolare anche Bridgeman Images, agganciando sovente l’attualità in occasione del ricorrenze, mostre, persino creando una sezione per i comportamenti da tenere per prevenire la diffusione del Covid-19. Una pagina molto utile è dedicata agli anniversari anno per anno.
Per gli amanti dell’arte contemporanea e delle applicazioni digitali un piccolo scrigno di informazioni è il sito del museo e centro di ricerca ZKM Karlsruhe, nella sezione Topics, che raggruppa risorse nelle macro aree di specializzazione del museo, dalla storia dell’arte elettronica alle nuove cartografie, dalla conservazione alla web culture.
MSB